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Pinte Salentine. Diario di una breve vacanza - Parte II

Dov’eravamo rimasti? Ah si, al nostro imbarazzante siparietto. Dopo una notte insonne a causa dell’atroce cappa di caldo e umidità ed esserci buttati sotto una doccia gelata il primo mattino, siamo pronti per la seconda parte della nostra vacanza.

 

La colazione dei campioni

La scomparsa di Oronzo. Il caldo era troppo anche per uno stoico come lui
La scomparsa di Oronzo. Il caldo era troppo anche per uno stoico come lui

Abbiamo appuntamento con la nostra amica per le 10.00, così decidiamo di concederci una bella colazione vicino al Convitto, strategica posizione tra il centro storico e la città moderna. Ricaricati, dirigiamo per piazza Sant’Oronzo. Lì, il fattaccio: Sant’Oronzo non c’è più! L’iconica statua del santo patrono della città posta sopra una delle due colonne che segnavano la fine della via Appia a Brindisi era sparita. Panico e costernazione. Gli inquirenti mettono in stato d’accusa sant'Irene, ex patrona della città spodestata da Oronzo nel XVII secolo quando lui riuscì a fermare l’epidemia di peste e lei no. Dopo affannose ricerche, lo abbiamo ritrovato sano e salvo in un palazzo lì vicino: anche lui cercava ristoro dal caldo infernale del giorno prima.

 

Quando la nostra amica ci raggiunge la crisi è ormai risolta, così decide di portarci presso Porta San Biagio per assaggiare uno tra i migliori pasticciotti della città. Non prima, però, di passare a visitare il Teatro romano, meno famoso e meno in vista rispetto al collega Anfiteatro sito in piazza S.Oronzo, colonizzato in prevalenza da gatti. Arrivati nella rinomata pasticceria, puro paradiso: pasticciotti alla crema, all’arancia, al cioccolato, alla ricotta e in mille altri modi. E come i migliori degli hobbit, ci dedichiamo alla seconda colazione. Grassi ma felici!

I tesori di Santa Caterina

Gli affreschi della chiesa
Gli affreschi della chiesa

La nostra Virgilio ha per noi una piccola chicca. Ci carica in macchina e ci scarrozza fino a Galatina per visitare la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, una chiesa le cui pareti sono interamente affrescate. In pratica è come la Cappella degli Scrovegni di Padova, e infatti non capiamo come mai questo tesoro sia ignorato dai più e non compaia in nessun manuale scolastico di Storia dell'Arte. In particolare il ciclo dell’Apocalisse è roba fighissima: ci sono cavalieri in armature tardo trecentesche che se le danno forte forte, angeli che suonano vuvuzela, demoni dallo sguardo confuso e un’idra cavalcata da una donna. Date retta a noi, per la prossima vacanza o gita scolastica lasciate perdere Padova e la riviera Romagnola e godetevi la riviera salentina e la spettacolare chiesa di Santa Caterina! In particolare ci ha colpito la statua della santa, ai cui piedi giace un re Ferrante d’Aragona palesemente caduto malissimo dal letto. E Caterina porta indosso il simbolo dell’Ordine Francescano. Un messaggio molto passivo-aggressivo, cosa volete dirci signori francescani? 

 

Tradizione e innovazione

Benedetta, una delle creatrici di Visionary, ci mostra come indossare il visore. Si, perché noi siamo degli imbranati e ce lo devono spiegare XD
Benedetta, una delle creatrici di Visionary, ci mostra come indossare il visore. Si, perché noi siamo degli imbranati e ce lo devono spiegare XD

Intanto fuori s’è fatta ora di pranzo. Su suggerimento di Fabio - che ci ha scritto su Instagram - abbiamo deciso che dopo puccia e pasticciotto s’aveva da provare un altro tipico prodotto salentino: il rustico. Facciamo quindi sosta in un bar dove i leccesi sostengono venga prodotto il miglior rustico della città, il Bar Stop. Non abbiamo modo di sostenere la veridicità di questa credenza, ma il rustico è davvero eccellente. E poi lo dice anche la nostra affascinante guida, quindi le crediamo sulla parola.

 

Dopo aver avuto il piacere di conoscere Betta - guida turistica leccese doc - che ci ha illustrato i minimi particolari della facciata barocca della celebre basilica di Santa Croce, data l’ora ci siamo concessi un bel bicchiere di caffè al ghiaccio per stemperare il caldo ed aspettare che il sole scemasse un po’ prima di tornare in piazza Duomo. Qui, infatti, ci aspetta l’ultima tappa del nostro piccolo viaggio. Guidati sempre dalla nostra ineccepibile Anastasia, abbiamo conosciuto Benedetta ed Emanuela, le creatrici di Visionary. E che è, direte? Niente poco di meno che un’esperienza di realtà virtuale, un pezzo di modernità tra le secolari pietre leccesi. Grazie alla creazione di queste ragazze strepitose abbiamo potuto ammirare l’Anfiteatro romano in tutto il suo splendore, riportati indietro nel tempo quando i cittadini del municipium romano di Lupiae accorrevano a vedere scontri tra gladiatori e bestie feroci. 

 

Scoprirete non solo tante particolarità del mondo gladiatorio, ma anche che molte delle idee che abbiamo circa quel mondo sono del tutto false. Non solo gladiatori però, dato che questa esperienza virtuale vi farà scoprire anche molti altri aspetti interessanti della storia leccese, come l’Orologio delle Meraviglie e il Mosaico della Lupa. Da storici e public historian abbiamo subito amato questo progetto, per questo abbiamo deciso di diventarne “ambasciatori” invitandovi a provarlo se avete in programma una gita a Lecce. Noi sicuramente torneremo ancora a provarlo, magari portando qualcuno di voi con noi.

Sulla via di casa

Con questa fantastica scoperta, la nostra piccola avventura salentina volge al termine. Ovviamente, dopo aver fatto una nutrita scorta di pasticciotti. Sappiamo che nessuno sentiva la minima necessità di questo nostro racconto, ma del resto a nessuno interessa mai davvero sapere delle vacanze di qualcun altro, eppure in questo periodo non si parla d’altro. E noi non abbiamo voluto essere a meno. Adesso torniamo al silenzio stampa, ci ribecchiamo dalla seconda settimana di settembre, gente. Mettete da parte le birre, vi serviranno.

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