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Sbornie Feudali. Pinte di Storia al Raduno di FeL

Anche quest’anno, il 18 maggio 2019, le genti di tutta Italia hanno intrapreso il lungo viaggio che le ha portate al IV Raduno di Feudalesimo e Libertà, in quel di Trezzo sull’Adda. E tra quelle genti pronte a magnificare la magnificenza dello Imperatore c’eravamo anche noi!

 

Un grande onore ci è stato concesso: a noi il compito di scaldare il pubblico dell’Adunata dal palco principale, non a caso chiamato “Palco Imperatore”, col primo spettacolo della serata! Una simile incombenza avrebbe certo fatto tremare le vene e i polsi ad un cuore pavido, ma non i nostri. Ed è così che le intrepide Pinte sono salite sul palco, pronte ad istruire il pubblico su come bere nella maniera più medievale possibile.

 

In taberna quando sumus...

Don Perignon da Botticino. Foto di Riccardo Trudi Diotallevi
Don Perignon da Botticino. Foto di Riccardo Trudi Diotallevi

Apre le danze il nostro Presidente che, accompagnato dall’inconfondibile Aria sulla Quarta Corda di Bach, inizia uno sproloquio sulla morigeratezza delle taverne medievali, dove ubriachezza, gioco d’azzardo e prostituzione erano vietate e si chiudeva presto la sera. Per fortuna, il tempestivo intervento di ser Volpone del Buonconsiglio (al secolo Marco Baini) e del Vice-Presidente (per l’occasione ribattezzato Don Perignon da Botticino) interrompono il tutto, portando alla ribalta la vera vida loca delle taverne medievali.

 

Un gaudente pubblico ha così potuto scoprire le sbornie più famose della Storia, di frati beoni, ostesse disinibite e sovrani tutt’altro che morigerati nel godere dei piaceri del vino e della birra. Sono state svelate le origini della diffidenza umana per l'acqua (che un motto ben ci ricorda "fare ruggine”) e tante altre cose belle che hanno dimostrato come nel Medioevo la gente, dall’Imperatore all’ultimo dei contadini, sapeva bene come divertirsi!

 

Game of Grogs

Da sinistra a destra: ser Volpone del Buonconsiglio, Don Perignon da Botticino e il Presidente. Foto di Riccardo Trudi Diotallevi
Da sinistra a destra: ser Volpone del Buonconsiglio, Don Perignon da Botticino e il Presidente. Foto di Riccardo Trudi Diotallevi

Ma Pinte di Storia non è solo racconto, bensì anche sperimentazione! Così, dopo aver sentito levarsi dal pubblico cori intonanti la celebre “In taberna quando sumus”, aver sgominato un tentativo guelfo di traviare il ghibellinissimo pubblico ed altre cose che la Santa Inquisizione ha prontamente censurato, abbiamo voluto mettere in pratica l’etichetta della Corte Inglese del XVI secolo: se dopo una grande bevuta si sviene o cade in terra, non si viene considerati ubriachi se il cavaliere si rialza e riprende a bere come nulla fosse accaduto. La sfida tra noi ed il pubblico ha visto perdente il Presidente, caduto “come corpo morto cade” dopo aver trangugiato quasi due bionde medie. Ma, incitato dal pubblico, è riuscito a ristabilire il perduto onore rimettendosi in piedi e bevendo un nuovo sorso di bionda cervogia.

Non solo birra

Non solo birra, ovviamente. Nel corso della serata abbiamo avuto il piacere di incontrare i sodali di Archeochef, i quali per l’occasione avevano preparato tutta una serie di piatti seguendo le ricette pervenuteci attraverso ricettari medievali. E come resistere, dopo tanta birra, al seducente aroma d’un “porco co’ lentiggini” ed altre squisite ricette? Impossibile, e difatti le abbiamo provate con grande soddisfazione dei nostri palati.

 

Non ci resta altro da dire se non levare, dal profondo dei nostri cuori, un solo grido:

VIVA LO IMPERATORE!

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