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La guerra del merluzzo

Vi ricordate il cicchetto del primo di aprile? Si è parlato di una strana guerra, che aveva come oggetto del contendere del.... pesce, merluzzo per la precisione. Ora, è vero che il merluzzo è importante per preparare il fish and chips tanto caro ai britannici, ma che genere di "guerra" fu quella tra Gran Bretagna ed Islanda? 

 

Finita la Seconda Guerra Mondiale, nei quadranti del Nord Atlantico le riserve di pesce, dopo sei anni in cui si era pescato poco, erano notevoli e vi fu una produttività come mai visto prima.

Tutte la nazioni marine si prepararono ad approfittarne estendendo i loro limiti territoriali. In Islanda nel 1958 estesero le acque territoriali a dodici miglia. Pronta nota di protesta britannica "il Governo di Sua Maestà ha difficoltà a credere che il governo islandese voglia usare la forza contro le navi da pesca britanniche". Questo fu l'atto iniziale, di quelle che la stampa britannica definì "le guerre del merluzzo". Furono tre le serie di scontri tra gli anni ‘50 e i ‘70, condotte senza dichiarazione di guerra e senza morti, e questo lo si dovette alla gran dose di fortuna di entrambe le parti! 

 

Negli scontri le imbarcazioni islandesi si affiancavano ai pescherecci stranieri informandoli che stavano violando le leggi e di allontanarsi immediatamente. Al rifiuto, il battello islandese virava di bordo, e poi puntando sul trasgressore con un angolo di novanta gradi passava appena dietro la sua poppa trascinando "l'arma segreta", una grande pinza taglierete derivata dalla tecnologia del dragaggio delle mine marine. Questa agganciava la rete a strascico e la tranciava, liberando in mare tutto il pesce e impedendo la ripresa delle attività di pesca.

 

Ma le guerre del pesce non riguardano solo l’Atlantico settentrionale e il passato, una battaglia navale tra pescherecci francesi e britannici per il diritto di pescare le capesante è scoppiata l’estate scorsa nelle acque della Manica, dopo anni di tensione fra le flotte commerciali dei due paesi. Ed è una delle questioni lasciate irrisolte dal negoziato sulla Brexit, perché dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, in teoria i pescatori inglesi non potranno più gettare le reti nei pressi della costa della Francia.

Insomma i remoti fasti della Royal Navy, padrona dei sette mari, trovano oggi eco minori nelle scaramucce dei pescatori di Sua Maestà Britannica.

 

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